Misticismo - Esoterismo

La Rosa come Simbolo dell'Anima in evoluzione.

La Mistica dell'Anima - Il Nettare della Rosa

La Mistica dell'Anima - Il Nettare della Rosa
Dio, Teologia, Misticismo, Filosofia, Gnosi, Esoterismo.

sabato 25 gennaio 2014

GLI ANGELI, I "MESSAGGERI DI LUCE", E L'ALBERO SEFIROTICO di Michele Perrotta












Studiando attentamente l'Angelologia, la materia che si occupa dell’essenza e delle dottrine degli angeli, possiamo comprendere che questi esseri, essendo a tutti gli effetti "conduttori di Luce", agiscono da “portatori di archetipi”, da "messaggeri" di un qualcosa di superiore collocato al di là dello spazio e del tempo. 

Nella Bibbia queste creature magnifiche vengono indicate con il termine "Malakim" (מַלְאָךְ‎‎). 


Gli angeli sono entità personali, hanno quindi una propria personalità ed un proprio nome specifico, non sono qualcosa di  astratto o di natura esclusivamente simbolica. 

Secondo la teologia e la mistica, infatti, l'angelo è un qualcuno, non un qualcosa!                               


Le Scritture ci parlano di loro definendoli "ministri dell’Altissimo", entità di puro spirito create da Dio stesso. 

La Tradizione ci conferma, infatti, che gli angeli furono creati dal Signore Dio (YHWH) all’inizio dei tempi, ovvero in quel momento primordiale al di fuori dello spazio e del tempo in cui Dio stesso, uscendo dal suo riposo eterno, diede origine all’atto creativo: “Ex nihilo”- “Dal nulla”. 


La Kabbalah, la scienza sacra che si occupa dell’esoterismo e del misticismo giudaico, chiama questa creazione “yesh mi Ain”, ovvero “qualcosa che viene dal nulla”, o meglio che giunge direttamente dall’ "Ein Sof", dal luogo “Senza fine”, “l’Interminabile”, “l’Infinito”.



Secondo la mistica ebraica l'Albero sefirotico o l'Albero della vita (Etz Haim - עץ החיים) è associabile, in termini simbolici, ad un "Giardino" o ad una "Fontana di Luce".

Questi simboli richiamano esotericamente la frase presente nel quarto capitolo del Cantico dei Cantici di Re Salomone (שיר השירים - shìr hasshirìm):



"Gan naul achoti khalla' gal naul mayan chatum " - "גַּן נָעוּל, אֲחֹתִי כַלָּה; גַּל נָעוּל, מַעְיָן חָתוּם ".


"Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata".
(Cantico dei Cantici 4:12)



La Kabbalah ci rivela, in sostanza, che nella nostra interiorità è presente, a livello sottile, un'energia (comunicante) connessa ai "mondi superiori".





L'Albero sefirotico, oltre ad essere l'Albero della vita posto nel centro del Gan Eden, incarna a tutti gli effetti la "porta del cielo" situata nell'intimo di ogni uomo.

Tramite questo potente simbolo, strettamente connesso all'Eterno, giunge a noi il sostentamento energetico che vivifica l'anima, la nostra parte più divina, la più regale, presente nel corpo grossolano di ogni creatura.


L'anima individuale di ogni essere è infatti comparabile ad una goccia di Luce di quell'infinito oceano che è Dio.


Lo scopo delle pratiche cabbalistiche sono volte al recupero di quella condizione spirituale che favorirebbe, attraverso la connessione con la Luce divina, l'apertura e/o la ricostruzione dei "sigilli" (Sephiroth) chiusi/spaccati del nostro "giardino".


Attraverso queste pratiche, secondo ciò che viene tramandato dalla Kabbalah, il mistico può sperare di ritrovare quella condizione spirituale in cui l'uomo (Adam) un tempo "passeggiava" (era in sintonia) con Dio, e tornare in tutto e per tutto in comunione con Lui.


" Poi il Signore Dio (YHWH) piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.  Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'Albero della vita in mezzo al giardino e l'Albero della conoscenza del bene e del male (fonte dell'universo duale) ".
(Genesi 2:8-9)



La Kabbalah associa ad ognuna delle dieci Sephiroth dell’Albero della Vita un angelo della Tradizione: 

* 1 KETHER (“CORONA”) – METATRON 

* 2 CHOCKMAH (“SAPIENZA”) – RAZIEL 

* 3 BINAH (“INTELLIGENZA”) – TZAPHKIEL 

* 4 CHESED (“AMORE”) – TZADKIEL 

* 5 GHEVURA (“FORZA”) – KHAMAEL 

* 6 TIFERET (“BELLEZZA”) – RAFFAELE 

* 7 NETZAH (“ETERNITA’”) – HANIEL 

* 8 HOD (“SPLENDORE”) – MICHELE 

* 9 YESOD (“FONDAMENTO”) – GABRIELE 

* 10 MALKHUT (“REGNO”) – SANDALPHON   




Il Cabbalista utilizza questo strumento per rapportarsi intensamente, attraverso la pratica meditativa, con la propria parte intima più recondita: l’anima. 

E’ attraverso questa struttura sottile presente dentro ognuno di noi, in una dimensione del tutto intima, che gli “angeli” divengono a tutti gli effetti “messaggeri dei mondi superiori” e “portatori di Luce divina nell’uomo”. 

Da Kether (“la Corona”) provengono  i "messaggi angelici” che Chockmah, “la Sapienza” (Sefirà associata al lobo destro del cervello), intuisce, coglie, e che a sua volta trasmette a Binah, “l’intelligenza” (associata invece al lobo sinistro del cervello legato al raziocinio), illuminandola. 


Seguendo questo percorso (schema) o mappa, costituita da “recipienti” o Sephiroth, la Luce divina discende in tal modo dal “mondo celeste” fino ad arrivare all’ultima Sefirà: Malkuth/Shekhinah: il regno in cui tutti quanti noi viviamo.


Dall’Albero della Vita salgono e scendono di continuo gli “angeli del Cielo” proprio come nella scala del “sogno di Giacobbe” (Genesi 28:10-17); è  in tal modo che, rapportandosi con gli "angeli", la coscienza del cabbalista prende maggior consapevolezza delle realtà trascendentali. 

Qui l'Universo trova spazio e si dischiude all'interno dell'uomo che contempla il Divino.



Gli angeli sono a tutti gli effetti i mediatori tra il nostro e l'altro mondo.


L’iniziazione è sostanzialmente la conquista di un sapere che, attraverso il linguaggio simbolico ed esoterico delle vicende narrate nei miti e nei testi sacri, accresce l’essenza spirituale nell’uomo; l’iniziazione ai misteri, che in passato veniva trasmessa da bocca ad orecchio, da maestro a discepolo, vivifica a tutti gli effetti gli archetipi assopiti e preesistenti nell’essere umano; non è un ripetere a pappagallo ciò che è stato appreso a livello teorico come una semplice catechesi. 


Non si raggiunge Dio con il proselitismo, ma aprendosi alle realtà trascendentali mediante il totale abbandono dell’ego.

Ed è proprio per questo motivo che l’“Angelo”, questo straordinario e misterioso essere inviato da Dio, è un’entità che va oltre il nostro modo di “concepire” determinate realtà. 

Questo ci testimonia la Kabbalah.


Gli Angeli, queste magnifiche creature, sono forze straordinarie, sono “porte comunicanti” tra il nostro e l’altro mondo, sono le creature speciali dell’Altissimo che contribuiscono a portare in Terra un frammento di quell’infinita Luce divina.


La dimora degli angeli, essendo esseri di puro spirito, non è locale, né spaziale, né temporale, poichè essi sono esseri al di sopra dello spazio e del tempo. 

Per la teologia gli angeli non sono superstizione, ma pura realtà metafisica.

L’Angelologia ci rivela inoltre che gli angeli non hanno età, sono immortali, e risiedono nella “sfera divina” pur non essendo entità divine; sono “spiriti celesti” al servizio di Dio e, come ci rivela la Sacra Scrittura, non devono mai e poi mai essere adorati dall’uomo: solo l’Altissimo, il Signore Dio (Y-H-W-H- יהוה), dev’essere infatti oggetto di venerazione. 


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Leggi anche questi argomenti:

Sull'Albero della vita cabbalistico e sul fuoco sacro:
http://lamisticadellanima.blogspot.it/2014/01/sullalbero-della-vita-cabbalistico-e.html

La lettera "Shin" - il Fuoco iniziatico:
http://lamisticadellanima.blogspot.it/2014/01/la-lettera-shin-il-fuoco-iniziatico-di.html

Sull'interpretazione esoterica della Kabbalah:
http://lamisticadellanima.blogspot.it/2013/12/sullinterpretazione-esoterica-della.html


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La Kabbalah ci insegna a varcare i confini; ad andare al di là del "mondo delle parole".


MICHELE P.