...Sul binomio tra esoterismo (via interiore) ed essoterismo (via esteriore), a nostro avviso l’umanità è divisa in due tipologie di persone: quella che percorre la via esoterica sarebbe strettamente legata all’intuizione e viene associata nella Kabbalah con la sefirot Chokhmà (Sapienza), mentre l’altra sarebbe vincolata al raziocinio, e nell’albero sefirotico viene abbinata a Binà (Intelligenza); quest’ultima è palesemente collocata nella via essoterica.
Chokhmà ha sede nell’emisfero destro ed ha la facoltà di elaborare idee complesse e trascendentali che giungono nella mente dello gnostico come la “folgore”.
Tale fenomeno può essere descritto anche come il cosiddetto “lampo di genio”.
Qui l’intuizione del mistico (l’idea) coglie l’archetipo e lo elabora come concetto nel proprio intimo arricchendolo di immagini.
Questa via è strettamente associata all’essenza stessa del simbolo, del mito, dell’enigma, ed ha una valenza artistica nell’animo dell’essere umano, tutte facoltà tipiche del lobo destro del cervello.
Binà, invece, risiede nel lobo sinistro, ed ha la facoltà di comprendere con raziocinio tutti gli elementi esaminandoli attentamente con l’intelletto e con la logica.
Quest’ultima è la via che la maggior parte dell’umanità utilizza, soprattutto per la visione dei testi sacri che risultano, se presi alla lettera, racconti che narrano solo verità teologiche fine a se stesse o addirittura diventano comparabili a favole per bambini.
Questa via essoterica è in realtà la base, è l’involucro stesso, che permette all’iniziato ai misteri di intraprendere il cammino di penetrazione della dimensione del sacro.
Entrambe le vie sono indispensabili per la comprensione della realtà e, soprattutto, per l’assimilazione del messaggio simbolico contenuto nella Sacra Scrittura.
L’iniziato, ovvero colui che si è totalmente immerso nel sacro rispetto al profano (“colui che è al di fuori del tempio”), ha il dovere di far congiungere questi due modi di intendere la realtà per far sì che gli archetipi e i simboli ritornino vivificati nella giusta armonia attraverso le immagini ed il Logos stesso narrato nella “fabula”: la narrazione del testo....
... Sia nei Vangeli canonici che in quelli apocrifi vengono presentati esempi di tipo psicologico ed esoterico con riferimenti al cervello e ai modi differenti di riflettere la realtà circostante.
Nei sottostanti versetti tratti dal Vangelo di Giovanni il riferimento al lobo destro del cervello è rintracciabile, se pur in modo velato, nella comparazione con la “barca”.
Tutto questo sarebbe il segno evidente che il divino ci invita in qualche modo a pescare ("pesca miracolosa"), mediante l’universale linguaggio simbolico degli iniziati, l’infinito all’interno di noi:
«“Allora disse loro (Gesù): “Gettate la rete (percezione) dalla parte destra della barca (lobo destro del cervello) e troverete...”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci” ». (Giovanni 21:6)
Non è un caso che anche nel simbolismo esoterico egizio, la barca, indicata anche con il termine di vascello dell’anima, venga associata alla mente. Lo stesso vale per il carro in cui Krishna parla ad Arjuna durante la battaglia di Kuruksetra nella Bhagavad-Gita. Questo argomento viene trattato nello specifico nel secondo volume.
Sono tutti simboli iniziatici che esotericamente indicano il nostro cervello, casa del nostro barlume divino: la mente.
La mente rivolta nella verità anagogica è l’unico possente vascello con cui l’uomo può raggiungere gli orizzonti perduti del sè.
Lo stesso concetto di lettura esoterica del Vangelo, che viene espresso dal lobo destro del cervello attraverso l’intuizione, lo possiamo applicare soprattutto nell’interpretazione esoterica dei Miracoli del Cristo, che in quest’ottica prendono tutt’altro senso senza però sminuirne la grandezza. Vediamoli.
- Trasformare l’acqua in vino
Questo miracolo presente nel Vangelo di Giovanni (Gv 2:1-11) rappresenta l’alchimia interiore, ovvero la trasformazione di noi stessi verso le verità più alte. Simboleggerebbe in sostanza la nostra crescita spirituale trasformata dalla percezione della vita stessa che muta la nostra essenza da “figli dell’uomo” a “figli di Dio”. Stando a ciò che ci rivela il Vangelo questo è il primo miracolo compiuto pubblicamente da Gesù. Rappresenta un invito ad una trasformazione della nostra percezione analogo alla lettura di un testo sacro in maniera esoterica, la visione nascosta. Nel mito anche Dioniso indicava con il seguente miracolo la trasformazione della Psiche, passando da uno stato immobile allo smuoversi delle acque, fino ad arrivare alla fermentazione del vino che simboleggia il cambiamento profondo dell’essenza spirituale.
Lo stesso vale per il “miracolo” compiuto da Mosè nel Mar Rosso che è inequivocabilmente associabile a questa interpretazione esoterica: il popolo israelita (iniziato ai misteri) che passa oltre. Anche l’ultimo passaggio dell’Opus Alchimicum, di cui parlermo più avanti, ci ricorda il miracolo fatto da Gesù durante le Nozze di Cana dove mutò l’Acqua (Albedo) in Vino (Rubedo).
Questo miracolo è strettamente legato alla Merkabah in quanto rappresenterebbe l’evoluzione alchemica (trasformativa) delle cose materialie e spirituali. Il Vino è un simbolo che nella Sacra Scrittura è strettamente connesso alle conoscenze più profonde, non a caso viene utilizzato dal sacerdote, il sapiente, durante i rituali. Il Vino viene tutt’oggi per tradizione associato al simbolo del sangue redentore del Cristo durante la Santa messa.
La Vite, simbolo che ricorre spesso all’interno della Sacra Scrittura, è associata al benessere, alla fecondità, e alla benedizione; ad essa è collegato anche il vino, che oltre al mistero della conoscenza, è simbolo di gioia (feste nuziali) e di alleanza.
- Ridare la vista ai ciechi
Rappresenta il dono di ricevere una visione nuova (iniziazione) della verità spirituale, a discapito di quella cecità cui molti non sanno nemmeno di essere affetti. Riacquistando questa “visione” possiamo vedere le cose del mondo in una prospettiva spirituale più elevata. Da notare anche la convergenza nella semplice lettura alla lettera del testo in un’altra occasione presente nel Vangelo:
«“ Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. La lucerna del cor po è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona (il Dio denaro)”».
(Matteo 6: 22-524)
- Camminare sulle acque
Possedere una fermezza di fede e di sicurezza spirituale per la quale non è possibile affogare nell’errore, nell’ignoranza e nel peccato. Rappresenta anche il dominio del corpo emotivo e quindi psichico.
- Resuscitare i morti
Dare una nuova vita spirituale ad una persona che è morta interiormente, poiché divenuta esclusivamente una persona vuota, materiale e priva di spiritualità.
L’affermazione presente nel Vangelo “Alzati!” è un chiaro invito ad iniziare un nuovo cammino o una nuova vita. È la rappresentazione simbolica di un’iniziazione ai misteri che, se acquisita correttamente, ci invita ad agire verso il mondo in modo distaccato dalle condizioni terrene.
- Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci
Sfamare spiritualmente le ingiustizie subìte, cogliere la forza che permette di continuare nonostante il male subito, di colmare così l’iniquità, moltiplicando le ricchezze spirituali con l’arricchimento e l’appagamento del vero Sé.
Il Pane, i Pesci, il Vino sono nel linguaggio simbolico del Vangelo simboli inerenti alla conoscenza di cui il vero detentore è il Cristo: la nostra parte spirituale più profonda.
Nel Padre Nostro, la preghiera fatta da Gesù per il mondo, e con essa la richiesta del “pane quotidiano”, sottintende la necessità dell’uomo di cibarsi quotidianamente della conoscenza dell’Altissimo.
«Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli
gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. Ed egli disse loro: “Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione ” ».
(Luca 11:1-4)
- Esorcismo (Scacciare i Demoni)
In questo particolare miracolo possiamo interpretare la chiave di lettura interiore come una sorta di forza interna capace di sopraffare il nostro alter ego: l’altro Io negativo. È un invito a cacciare i demoni, intesi anche come placare i sensi e la mente che spesso si identificano con il falso ego sovente per voler in tutti modi soddisfare il piacere dei sensi. A tal proposito lo psicoanalista gnostico C.G. Jung dichiara:
“L’uomo ha bisogno, disperatamente di una vita simbolica […] ..solo la vita simbolica può esprimere i bisogni dell’anima. […] I simboli che esprimono concetti e verità eterne non possono essere sradicati senza che ne derivino gravi perdite. Se sono stati rimossi o trascurati, la loro energia specifica si inabissa nell’inconscio con conseguenze imprevedibili. Questa energia apparentemente perduta riporta in vita e intensifica quel che predomina nell’inconscio: tendenze che finora non hanno avuto alcuna opportunità di dispiegarsi o non hanno potuto vivere liberamente nella nostra coscienza, così che formano un’ombra sempre presente e distruttiva. Persino tendenze che avrebbero potuto esercitare un influsso benefico, si trasformano in autentici demoni quando sono rimosse”
(da Carl Gustav Jung, La vita simbolica - capitolo Sanare la frattura).
Il filosofo e “mago” (sapiente) Filippo Giordano Bruno nel libro “Lo Spaccio della Bestia Trionfante” descrive come tale “bestia” in realtà sia un’allegoria dei vizi che predominano l’animo umano e che, in quanto forvianti per l’uomo, devono essere “spacciati” e/o esorcizzati:
«“Allora si dà spaccio alla Bestia trionfante, cioè a gli vizii che predominano e sogliono conculcar la parte divina - l’anima” (da Lo Spaccio della Bestia Trionfante – Giordano Bruno).
Nel libro di Bruno l’ignoranza e la “stolta fede” vengono infine sostituite da Sophia, la vera sapienza.
- Placare Tempeste
Calmare le acque intese come litigi, baruffe, incomprensioni, situazioni alterate.
Portare la pace significa calmare le tempeste, a differenza del Diavolo (“colui che divide”) o di qualsiasi entità o energia psichica che separa l’umanità al grido di Divide et impera.
Esotericamente gli angeli e i demoni possono venire intesi anche come energie psichiche che condizionano di continuo l’ego.
Il “porgere l’altra guancia” del Vangelo non deve essere preso letteralmente, esso indica un modo nuovo di porsi verso quella determinata situazione che ha urtato l’Io.
Cambiando atteggiamento e l’approccio a tale situazione è possibile migliorarsi e oltrepassare quella condizione critica dovuta dall’offesa stessa.
- Rimettere i Peccati (Assoluzione)
Significa essere spiritualmente elevati ed essere liberi da ogni mentalità opprimente che genera rimorsi o rimpianti dominando e soffocando i propri sensi di colpa.
Secondo questo concetto è importante riconoscere i propri errori portando frutto (migliorando dall’errore stesso che è stato commesso) piuttosto che tenerli dentro di noi e viverli come dei peccati verso Dio che ci logorano dall’interno e ci condiziona di continuo l’esistenza in modo non equilibrato con l’armonia divina.
Il regno intimo deve essere sempre capace di ritornare in connessione con i regni più elevati e profondi. Questo miracolo viene presentato nel Vangelo di Marco:
«Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico:
“Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”.
Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate così nei vostri cuori?
Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?
Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua” ».
(Marco 2:1-11)
Continua....
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MICHELE P.