Misticismo - Esoterismo
La Rosa come Simbolo dell'Anima in evoluzione.
La Mistica dell'Anima - Il Nettare della Rosa
giovedì 23 gennaio 2014
IL LIBRO EGIZIO DEI MORTI
La parola Occulto deriva dal latino occultus (nascosto) e si riferisce alla 'conoscenza di ciò che è nascosto', o anche 'conoscenza del sovrannaturale', in antitesi alla 'conoscenza del visibile', ovvero alla scienza.
Il significato moderno del termine è spesso tradotto in modo errato, intendendo 'sapere nascosto', 'conoscenza riservata a pochi' o 'sapere che deve rimanere nascosto'. Per gli occultisti invece si tratta dello studio di una realtà spirituale più profonda che non può essere compresa usando puramente la ragione o la scienza materiale.
IL LIBRO EGIZIO DEI MORTI
Il Libro dei morti era un papiro sul quale gli antichi egizi scrivevano in geroglifico formule magico-religiose che dovevano servire al defunto nel suo viaggio nell'aldilà, per consentirgli di "vivere" ancora nel mondo ultraterreno.
Si tratta, generalmente, di formule e di racconti incentrati sul viaggio notturno del Dio sole (nelle sue diverse manifestazioni) e della sua lotta con le forze del male (tra cui il serpente APOPHIS) che tentano, nottetempo, di fermarlo per non farlo risorgere al mattino.
In particolare il testo doveva servire a preparare la testimonianza sulla sua condotta in vita, che il defunto doveva fornire davanti al giudizio di Osiride.
Il papiro era poi posto nella tomba, o a volte direttamente nel sarcofago, assieme ai tesori e alle suppellettili ritenute necessarie per l'anima in viaggio.
Inizialmente i testi venivano tracciati sulle pareti della camera sepolcrale.
Nel Medio regno si usò dipingere i geroglifici sul sarcofago, e solo a partire dalla XVIII dinastia si impiegarono i papiri.
In questo modo sono giunti agli egittologi innumerevoli testimonianze sulle pratiche di mummificazione e sul culto dei morti in generale di molte dinastie.
Chiamato dagli antichi egizi Libro del ritorno nel giorno, il Libro dei Morti è, fondamentalmente, una raccolta di detti, epitaffi, formule, che risalgono agli antichi Testi dei sarcofagi e Testi delle Piramidi.
Antecedentemente utilizzati per le sepolture “comuni”, se ne trovano ampi stralci nelle anticamere di molte tombe della Valle dei Re del periodo ramesside. Il Libro dei Morti è riportato nelle seguenti tombe della Valle dei Re (riportate in ordine cronologico di regno dei "Titolari", ove noti):
* Merenptah, XIX Dinastia, tomba KV8;
* Tausert e Sethnakht, XIX – XX Dinastia, tomba KV14;
* Ramses III, XX Dinastia, tomba KV11;
* Ramses IV, XX Dinastia, tomba KV2;
* Ramses VI (in origine scavata per Ramses V), XX Dinastia, tomba KV9.
Altri libri del medesimo tipo, con valenza funeraria, sono:
* il libro dell'Amduat;
* le Litanie di Ra;
* il Libro delle Porte;
* il Libro delle Caverne;
* il Libro del Paradiso;
* il Libro della Terra.
MICHELE P.
IL LIBRO EGIZIO DEI MORTI