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La Mistica dell'Anima - Il Nettare della Rosa

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Dio, Teologia, Misticismo, Filosofia, Gnosi, Esoterismo.

lunedì 23 gennaio 2012

LA CITTA' DEL SOLE di TOMMASO CAMPANELLA















La città del sole fu scritta dal filosofo italiano Tommaso Campanella (Stilo di Calabria 1568 - Parigi 1639), appartenente all’Ordine dei Domenicani, nel 1602.

A questa prima edizione in italiano, ne seguirono altre sia in volgare che in latino:

una soprattutto, pubblicata nel 1623 a Francoforte col titolo di Civitas Solis idea republicae philosophica, ebbe grande fortuna.












L’opera consiste in un dialogo tra un cavaliere di Malta e un ammiraglio genovese, il quale ha appena fatto ritorno dal giro del mondo ed espone al suo interlocutore la vita di una città, chiamata Città del sole, che si trova sulla linea dell’Equatore.

Il dialogo, che si ricollega alla tradizione della Repubblica di Platone e di Utopia di Tommaso Moro, serve a Campanella per illustrare la sua teoria ideale sulla migliore forma di governo. La città, spiega l’ammiraglio, si trova sull’isola di Taprobana (che i critici fanno corrispondere all’isola di Ceylon) ed è eretta su un alto colle; è circondata da sette cerchia di mura, praticamente inespugnabili, ognuna delle quali porta il nome di uno dei sette pianeti, mentre le entrate per accedere alla città sono quattro, situate in corrispondenza dei quattro punti cardinali.


Alla sommità del monte si trova un tempio di forma circolare, consacrato al Sole, sulla cui volta sono dipinte le stelle maggiori.












Sole, o Metafisico, è anche il nome del sacerdote capo della città che esercita un potere assoluto, civile e religioso, anche se è assistito da tre principi: Pon (Potenza), Sin (Sapienza) e Mor (Amore).

Pon si occupa delle arti militari e della guerra; Sin si occupa dell’istruzione; Mor presiede a tutto ciò che riguarda la generazione, ma anche la salute, l’alimentazione, il vestiario.

La società si basa sulla comunione dei beni (le donne vengono di fatto incluse, da Campanella, in questa categoria, visto che il filosofo parla del loro “uso comune” e “commerzio”).


Secondo il filosofo è infatti la proprietà privata a scatenare i conflitti tra diversi membri della società: eliminata la proprietà si eliminano anche tutti i reati legati ad essa. Nella Città del sole non esistono servi e padroni, a tutti si insegnano le stesse arti che hanno tutte pari dignità; le mense, così come i dormitori, i posti di ricreazione, i vestiti, sono comuni.

Anche i figli vengono cresciuti in comune.


Particolarmente seguite sono l’educazione e la generazione.

La prima è rivolta a tutti i membri della società ed inizia all’età di tre anni per proseguire poi nell’arco di tutta la vita: i solari, infatti, lavorano solo quattro ore al giorno per dedicarsi poi all’apprendimento e alla preghiera.

Qualunque sia la professione di un solare, questi deve comunque avere conoscenze di agricoltura, pastorizia e arti militari (uomini e donne sono ugualmente addestrati alle armi e istruiti allo stesso modo, con la sola differenza che alle donne si riserva la parte meno faticosa).


Disprezzato è invece il commercio e i pochi scambi che avvengono sono sotto forma di baratto.

La generazione è regolata da leggi molto precise: le donne non possono dedicarvisi prima dei diciannove anni, gli uomini prima dei venti. Vari funzionari hanno poi l’incarico di combinare gli accoppiamenti al fine di migliorare la razza sotto l’aspetto fisico.

Per quel che riguarda la politica, tutti i solari con più di vent’anni partecipano alle assemblee e possono esprimere le loro rimostranze; le leggi sono brevi e chiare e non esistono lunghi processi o pene detentive: per punire si ricorre alla legge del taglione.












La religione dei solari è, invece, una specie di cristianesimo naturale: essi onorano l’universo perché testimonianza di Dio, credono nell’immortalità dell’anima, ma non hanno certezze in merito a eventuali luoghi di pena o di premio.


Come si vede ne La città del sole ogni singolo aspetto della vita è rigidamente regolato, un dato che l’opera di Campanella condivide con pressoché tutte gli scritti concernenti società utopiche: un eccessiva insistenza sull’ordine e la disciplina che quasi annienta le libertà individuali (basti pensare, ne La città del sole, all’atto della generazione: non solo gli accoppiamenti sono decisi dai funzionari, persino le ore degli incontri sono determinate). Una volontà i controllare tutti gli aspetti della vita umana che agli occhi moderni possono far apparire le varie isole utopiche ben poco attraenti.


Sarebbe però un errore decontestualizzare lo scritto del filosofo calabrese, come quelli di Moro o Bacone, per esempio, dal periodo storico nel quale essi vennero alla luce. Queste opere rappresentano il grande fermento culturale, politico e sociale di quegli anni; sono il risultato concreto di una grande aspirazione al cambiamento, al rinnovamento della società dell’epoca.

Nel caso specifico di Campanella, non va dimenticato come, pochi mesi prima della stesura del libro, egli avesse organizzato una congiura che mirava alla liberazione della Calabria dal dominio spagnolo, all’abolizione della proprietà, all’instaurazione di una democrazia di tipo comunistico e teocratico, proprio come esposta nelle pagine de La città del sole.


La congiura fu però presto scoperta e il suo artefice evitò la condanna a morte soltanto fingendo la pazzia; sopportando le torture a cui fu sottoposto per smascherare la sua finta follia, riuscì a commutare la condanna nel carcere a vita. Rimase in galera per ventisette anni, nei quali scrisse le sue opere maggiori.














L’opera del filosofo domenicano è quindi una preziosa testimonianza della sua passione e delle sue speranze di fronte ad una realtà presente dal carattere tragico.

È un’opera che registra alla perfezione le ambizioni delle menti più pronte d’Europa nel diciassettesimo secolo, di fronte al declino irreversibile del sistema feudale (cancellato dai nuovi processi economici che stavano per dare origine al capitalismo); di fronte alle nuove scoperte geografiche; di fronte alla fine dell’unità spirituale dovuta alla Riforma; di fronte al progresso scientifico delle teorie di Copernico, di Galilei, di Bruno.


Fonte descrizione - LA CITTA' DEL SOLE: http://www.liberliber.it/biblioteca/c/campanella/la_citta_del_sole/html/la_citta.htm



LA CITTA' DEL SOLE
Citta del Sole - Tommaso Campanella


« Io nacqui a debellar tre mali estremi;
tirannide, sofismi, ipocrisia [...]
Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno,
ingiustizia, lussuria, accidia, segno,
tutti a que' tre gran mali sottostanno
che nel cieco amor proprio, figlio degno
d'ignoranza, radice e fomento hanno. »
(T.CAMPANELLA - Delle radici de' gran mali del mondo)


MICHELE P.