Il Ramayana dal sanscrito रामायण, lett. il viaggio - ayana- di Rama), insieme al Mahābhārata è uno dei più grandi poemi epici della mitologia induista, oltre ad uno dei testi sacri più importanti di questa tradizione religiosa e
filosofica.
Narra le avventure dell'Avatara Rama, ed è una delle Itihasa, le scritture epiche indiane.
L'epos rāmaico consta di 24.000 śloka (versi), 86.000 in meno rispetto al più complesso Mahabharatha, suddivisi in oltre cinquecento sarga (sezione di testo) distribuiti in sette libri (kānda), di cui il primo (Bāla-kānda) e il settimo (Uttara-kānda) sono considerati, a giudizio unanime della critica, delle addizioni seriori.
Il Rāmāyana, proprio come i poemi omerici, può essere considerato come un serbatoio o una raccolta dell'insieme delle conoscenze e dei modelli culturali di un'intera civiltà.
L'epos rāmaico pertanto svolge una funzione educativa adempiendo in pieno, essendo depositario del sapere collettivo, al suo compito didattico-paradigmatico.
Eppure questo deposito o "sedimento ereditario", trasmesso dalla tradizione orale, non va inteso come patrimonio onnicomprensivo, ma piuttosto come stratificazione e sovrapposizione progressiva di un materiale storico, mitico, aneddotico e geografico che nel corso dei secoli è stato ricucito in una raccolta organica divenuta sintesi e simbolo dei contenuti culturali, religiosi e filosofici di un'intera civiltà.
In questo senso Rāma, non è solo il protagonista dell'epos narrato, bensì il nome dato ad un codice di comportamento morale, religioso, politico, e sociale che appartiene ad una fase precisa della civiltà indiana.
Ciò significa che il poema rāmaico non solo “descrive", ma "prescrive", attraverso il fulgido esempio di Rāma e Sītā come archetipi di perfezione e di adesione al dharma, un modello di condotta morale e etica da imitare e interiorizzare.
LA STORIA
Il poema narra la storia di Rama, settimo avatar di Viṣṇu, sovrano ideale e guerriero valoroso, e della sua sposa, Sita.
Rama, principe ereditario del regno di Koshala viene privato ingiustamente del diritto al trono ed esiliato dalla capitale Ayodhya.
Rama trascorrerà 14 anni in esilio, insieme alla moglie Sita ed al fratello Lakshmana, dapprima nei pressi della collina di Citrakuta, dove si trovava l’eremo di Valmiki e di molti altri saggi, in seguito nella foresta Dandaka, popolata da molti demoni (rakshasa).
RAKSASA-GANA: Demoni mangiatori di uomini.
Lì Sita viene rapita dal crudele re dei demoni, Ravana, che la conduce nell’isola di Lanka.
Rama e Lakshmana si alleano con i Vanara, potente popolo di uomini-scimmia, ed insieme ai guerrieri scimmia, tra i quali c’è il valoroso e fedele HANUMAN costruiscono un ponte che collega l’estremità meridionale dell’India con Lanka.
L’esercito affronta l’armata dei demoni, e Ravana viene ucciso in duello da Rama, che torna vittorioso nella capitale Ayodhya, e viene incoronato re. Rama, per rispettare il dharma, è costretto a ripudiare Sita, a causa del sospetto che abbia ceduto alle molestie di Ravana.
Per dare prova della sua purezza, Sita accetta di sottoporsi alla prova del fuoco, ed esce indenne dalle fiamme.
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IL RAMAYANA: LA STORIA DELL'AVATARA SRI RAMA
I SETTE "KANDA" DEL RAMAYANA
Bala Kanda (il primo capitolo) racconta il concepimento del poema da parte del suo autore; poi ci conduce attraverso tutte le vicissitudini che portano Rama a conoscere Sita, fino al loro matrimonio.
Ayodhya Kanda (il secondo capitolo) tratta del complotto di Manthara e di Kaikeyi, l'esilio di Rama, la morte di suo padre e il tentativo del fratello di Rama di riportarlo in città.
Aranya Kanda (il terzo capitolo) tratta della vita di Rama, Lakshmana e Sita nella foresta, il primo attrito con i Rakshasa, il dramma del rapimento di Sita e la ricerca disperata di Rama.
Kiskindha Kanda (il quarto capitolo) tratta dell'incontro con i Vanara, dell'uccisione di Vali, e della spedizione dei Vanara alla ricerca di Sita. Ritrovano le sue tracce: è in un'isola, Lanka.
Sundara Kanda (il quinto capitolo) tratta del salto sovrumano di Hanuman e del ritrovamento di Sita. Hanuman torna vittorioso e porta la bella notizia a Rama.
Yuddha Kanda (il sesto capitolo) tratta della sanguinosa guerra nella quale Rama emerge vittorioso. Ritorna ad Ayodhya, nella quale è incoronato re.
Uttara Kanda (il settimo capitolo) tratta della dinastia dei Rakshasa e delle gesta di Ravana.
Racconta poi alcuni episodi della vita di Hanuman. L'esilio definitivo di Sita è il momento più toccante dell’intera opera e la nascita dei suoi figli nell'eremo di Valmiki, l'autore del poema.
Durante la narrazione della storia, Rama chiede a Valmiki di riportargli Sita che, per dare la prova definitiva della sua purezza, torna definitivamente alla Madre Terra.
Il capitolo e il poema terminano con il ritorno di Rama e dei suoi fratelli nelle loro dimensioni spirituali d'origine.
DHARMA:
*1 “religione”, funzione naturale ed eterna dell’essere individuale che consiste nel seguire le leggi stabilite da Dio e servirlo con amore e devozione.
*2 altro nome dei differenti doveri religiosi, sociali, familiari (sva-dharma) dell’uomo.
RAMA - RAMACANDRA
Râma è l’ape che sugge il miele della devozione dal loto del cuore.
L’ape divarica i petali del fiore su cui si posa; ma Râma ne aumenta la bellezza e la fragranza.
Egli è come il Sole, che con i suoi raggi attira a sé le acque accumulandole in nubi, per poi restituirle in forma di pioggia a placare la sete della terra.
Râma, il suono mistico e potente, nasce dall’ombelico, sale fino alla lingua e su di essa vi danza allegramente.
La dichiarazione dei Veda, Tat tvam asi, “Quello tu sei”, è racchiusa nella parola Râma, la quale consiste di tre suoni: ra, â e ma.
Di questi, “ra” è il simbolo di tat (Quello, Brahman, Dio); “ma” è il simbolo di tvam (tu, il jîvi, l’individuo), e la “â” che unisce i due è il simbolo della loro identità.
La parola Râma ha anche un significato numerico:
“ra” conta come 2, “â” vale 0, e “ma” conta per 5; per cui, la somma equivalente è 7, numero fausto.
Abbiamo le 7 svara (note) della musica e i 7 Saggi celesti; inoltre, recitare continuamente Râma per 7 giorni è ritenuto particolarmente benefico.
Ogni atto ed attore della storia [della vita di Rama va considerata in senso allegorico perché] attrae l'attenzione del lettore e si imprime nella sua memoria perché l'allegoria riguarda personalmente ciascuno di noi.
Per esempio Dasaratha.
il Re, rappresenta il corpo umano con i cinque sensi di percezione ed i cinque sensi di azione.
Egli aveva tre mogli i tre guna o predisposizioni: Sattva, Rajas e Tamas i cui nomi erano Kausalya, Sumitra e Kaikeyi.
Ebbe 4 figli che incarnano i quattro scopi della vita umana: Dharma.
(la rettitudine), Artha (la ricchezza), Kama (il desiderio) e Moksha (la liberazione).
Rama è l'incarnazione stessa del Dharma.
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Ramayana - The Epic
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Per maggiori Info:
KRISHNA E IL VAISHNAVISMO:
http://lamisticadellanima.blogspot.it/2014/01/krishna-e-il-vaishnavismo.html
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MICHELE P.