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lunedì 23 gennaio 2012

CAVALIERI OSPITALIERI - I CAVALIERI DI MALTA











Quella dei Cavalieri Ospitalieri o Ospedalieri, nati come Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, quindi conosciuti come Cavalieri di Rodi e in seguito come Cavalieri di Malta, è una tradizione che inizia come ordine ospedaliero benedettino intorno alla prima metà dell'XI secolo a Gerusalemme e divenuto, in seguito alla prima crociata, un ordine religioso cavalleresco cristiano dotato di un proprio statuto a cui fu affidata la cura e la difesa dei pellegrini diretti in Terra santa.

In seguito alla perdita dei territori cristiani in Terrasanta, l'Ordine si rifugiò brevemente a Cipro e poi a Rodi, su cui estese la propria sovranità, e successivamente a Malta con lo stato di vassallo del re di Sicilia.

Si può dire che l'ordine medioevale sia giunto ad un termine a seguito della sua espulsione da Malta da parte di Napoleone (1798).

Il Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) costituisce il principale successore di questa tradizione: è presente in oltre 110 paesi e, abbandonato l'impegno militare, realizza iniziative a carattere benefico ed assistenziale.


Esistono inoltre altri Ordini, come il Venerabile Ordine di San Giovanni, con sede a Londra e l'Ordine di San Giovanni del Baliaggio di Brandeburgo, già sotto protezione degli Hohenzollern.


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OSPITALIERI DI SAN GIOVANNI DI GERUSALEMME


L'Ospedale di S. Giovanni Battista di Gerusalemme, poi di Rodi, poi di Malta, predecessore dell'odierno Sovrano Militare Ordine di Malta, fu fondato, fra il 1070 e il 1080, come ospedale al servizio dei pellegrini dai monaci benedettini di S. Maria Latina di Gerusalemme, la cui gestione fu inizialmente affidata a un laico, forse d'origine amalfitana, Gerardo.

Nel 1099, dopo la presa di Gerusalemme da parte dei crociati, l'Ospedale acquisì nuovi possedimenti in città, iniziando a emanciparsi dalla tutela dei Benedettini. Nel 1113, papa Pasquale II ne riconobbe lo statuto quale congregazione religiosa autonoma alle dirette dipendenze della Sede Apostolica e dotata di una serie di beni e ospedali annessi in Terrasanta e in Europa (per esempio, a S. Egidio, Asti e Taranto).


L'ospedale gerosolimitano si sviluppò ulteriormente, potendo accogliere fino a mille malati e diffondendosi rapidamente anche nell'Europa occidentale e meridionale. Allo stesso tempo, la Regola benedettina, fino a quel momento osservata dagli Ospitalieri, fu progressivamente sostituita dalla Regola agostiniana, sino alla redazione, all'epoca del maestro Raimondo du Puy (1125-1158), di una Regola propria, influenzata da quella agostiniana e completata nei decenni e poi nei secoli successivi dagli statuti emanati dal capitolo generale dell'Ordine e da altri atti normativi; nel 1480, il maestro Pietro d'Aubusson fece riordinare tutto questo materiale in un corpus statutario unico. Il XII sec., oltre l'emancipazione dell'Ospedale, vide anche la sua progressiva militarizzazione.

Questo processo ebbe inizio fra il 1136 e il 1142, quando gli Ospitalieri assunsero la difesa del castello di Bethgibelin e ricevettero dal conte di Tripoli il castello di Crac des Chevaliers.


L'Ospedale di S. Giovanni intervenne militarmente nella seconda crociata (1146-1149) e nell'azione condotta, fra il 1164 e il 1169, dal re di Gerusalemme, Amalrico I, in Egitto.

Più tardi, gli statuti promulgati dal maestro Ruggero des Moulins, nel 1182, menzionano sergenti e cavalieri all'interno dell'Ordine e, all'inizio del XIII sec., durante il magistero di Goffredo de Donjon (1193-1202) e Alfonso di Portogallo (1203-1206), furono scritti alcuni nuovi statuti che trasformarono l'Ospedale in un Ordine militare vero e proprio, dedito, sull'esempio dei Templari, a tre attività principali: l'assistenza dei pellegrini, dei malati e degli indigenti, la difesa militare della religione cattolica e la propagazione della fede.

A differenza dei Templari e dei Teutonici, tuttavia, gli Ospitalieri si dedicarono maggiormente alle attività assistenziali, mantenendo una consistente quantità di ospedali e ospizi in Asia e in Europa e contribuendo alla diffusione delle scienze mediche.

Altre differenze riguardarono la Regola ‒ gli Ospitalieri si ispirarono alla Regola agostiniana, gli altri due Ordini a quella benedettina ‒ e il fatto che dell'Ospedale esistette anche un ramo femminile (ebbe dodici conventi femminili in Europa).


Gli Ospitalieri possedevano un ingente patrimonio nel Vicino Oriente, dislocato in più di cinquecento località diverse.



A partire dal XII sec. avevano commende, castelli e terre anche nella maggior parte degli stati europei attuali, per esempio nei Regni iberici (dove parteciparono alla Reconquista), in Francia, nell'Impero germanico, negli stati della penisola italiana e in Inghilterra.

La grande diffusione dell'Ospedale in Europa spinse alla creazione delle sue suddivisioni geografiche, dette prima "nazioni", poi, dall'inizio del XIII sec., "lingue".


Le lingue, che erano prima quattro, poi sette e, dal 1462, otto (Alvernia, Francia, Provenza, Inghilterra, Germania, Italia, Castiglia-Portogallo, Aragona-Navarra), furono a loro volta suddivise in priorati (da ventidue a ventisei in tutto) e questi ultimi divisi in commende locali.


L'Ordine dell'Ospedale fu diretto da un maestro, assistito dal capitolo generale dell'Ordine e da alcuni alti ufficiali come gran commendatore (sostituto del maestro), maresciallo (capo dell'esercito), turcoplier (capo delle milizie ausiliari), ammiraglio (dirigente della flotta), ospitalario (responsabile delle attività assistenziali), infermiere (responsabile dell'assistenza medica dei frati), tesoriere, dapifer (incaricato della logistica e dei rifornimenti) e priore conventuale (responsabile delle celebrazioni religiose).

I frati dell'Ospedale si dividevano in diverse categorie, fra cui le più importanti erano quelle dei cavalieri e dei preti, che avevano il diritto di indossare il mantello nero dell'Ordine (rosso durante le spedizioni militari) su cui figurava una croce bianca, prima semplice, poi a otto punte, detta più tardi "croce di Malta".

Questa croce era presente anche sul vessillo rosso dell'Ordine.


All'inizio del XIII sec., l'Ospedale di S. Giovanni approfittò dei disordini che ebbero luogo nel Regno di Sicilia, durante la minore età di re Federico II, per divenire proprietari di importanti possedimenti nel Mezzogiorno. Una volta che il re divenne maggiorenne, gli Ospitalieri, a differenza dei Templari, continuarono a beneficiare del favore del sovrano ‒ che necessitò del loro sostegno diplomatico contro il suo rivale, l'imperatore Ottone IV di Brunswick ‒, acquistando, fra il 1212 e il 1216, nuovi diritti e possedimenti nel Regno.


I rapporti fra Federico II e gli Ospitalieri si deteriorarono durante la crociata del 1228-1229, quando i cavalieri, a causa della loro dipendenza diretta dal papa e della loro alleanza con esponenti della nobiltà di Terrasanta avversa all'imperatore, entrarono in conflitto con la politica dello Hohenstaufen; tuttavia questo conflitto ebbe conseguenze meno drammatiche di quanto è stato tradizionalmente presentato dalla storiografia.

A partire dal 1220 (v. Assise di Capua) Federico II ordinò una verifica dei privilegi e dei diritti patrimoniali di tutta la feudalità, inclusi gli Ospitalieri. Con le Costituzioni di Melfi, nel 1231, stabilì il divieto di vendita o donazione agli Ordini religiosi (Templari, Ospitalieri).



Questo procedimento, che implicò la perdita di alcune proprietà, fu nel suo complesso favorevole all'Ospedale che riuscì, per esempio, ad affermare i suoi diritti sulla Chiesa giovannita di Messina e a recuperare alcuni possedimenti usurpati da privati o confiscati dalla corte.

In seguito, fra il 1234 e il 1243, gli Ospitalieri beneficiarono di una serie di privilegi e conferme dei loro possedimenti e diritti nel Mezzogiorno, nell'Impero germanico e in Terrasanta e i loro rapporti con Federico II furono pacifici anche dopo la seconda scomunica dell'imperatore proclamata da papa Gregorio IX nel 1239.


Dopo la morte di Federico, durante i regni di Corrado e Manfredi, i cavalieri persero alcuni possedimenti nel Regno di Sicilia a causa delle usurpazioni messe in atto da privati.

Durante il magistero di Ugo Revel (1258-1277), in particolare dopo il 1265, anno dell'arrivo di Carlo I d'Angiò in Sicilia, iniziò una nuova epoca per la storia dell'Ordine, sia nel Mezzogiorno d'Italia che in Terrasanta, dove le ripetute sconfitte militari gli fecero perdere uno a uno tutti i suoi castelli e le sue proprietà terriere. Inoltre, fra il 1256 e il 1261, l'Ospedale era intervenuto, in qualità di alleato dei genovesi, nei conflitti che vedevano contrapporsi, in Terrasanta e nel Mediterraneo, le città marinare italiane.

Allo stesso tempo, la sua presenza nel Sud italiano fu rafforzata, dovendo questa regione costituire una base per i rifornimenti dell'Oriente, minacciato dai musulmani. Gli Ospitalieri, guidati dal maestro Giovanni de Villiers, parteciparono strenuamente alla difesa di Acri, nel 1291, e dopo la caduta della città, nel maggio dello stesso anno, ripararono nel Regno di Cipro.


In seguito, l'Ospedale tentò di recuperare i possedimenti persi in Terrasanta, partecipò alle vicende politiche interne del Regno di Cipro e, infine, cercò una nuova base per le sue attività nelle isole greche del Mediterraneo.

Così, fra il 1306 e il 1310, il maestro dell'Ospedale, Folco de Villaret, conquistò l'isola di Rodi e alcune isole adiacenti, insediandovi il capitolo generale dell'Ordine. In questo modo, l'Ospedale acquisì una nuova autonomia e sicurezza, non dovendo temere di subire la sorte dell'Ordine del Tempio, soppresso nel 1312.



Al contrario, gli Ospitalieri recuperarono gran parte delle proprietà che erano appartenute ai Templari, rafforzando così la loro presenza in Europa. A Rodi si creò, grazie alle attività di maestri come Elione de Villeneuve (1319-1346) e Filiberto de Naillac (1396-1421), un vero e proprio stato degli Ospitalieri. Durante il Grande Scisma, quando il maestro Juan Fernández de Heredia (1377-1396) e alcuni dei suoi confrati giurarono obbedienza al papa di Avignone, si verificò una scissione all'interno dell'Ordine; ma, in seguito, Rodi fu uno stato stabile, in cui risiedevano trecento cavalieri dell'Ospedale, e dotato di una potente flotta. Nel XV sec., gli attacchi dei mamelucchi, prima, e degli ottomani, dopo, minacciarono seriamente la sovranità degli Ospitalieri di Rodi.

Nel 1522, il maestro Filippo de Villiers de l'Isle-Adam fu costretto ad arrendersi agli ottomani e, nel gennaio dell'anno successivo, gli Ospitalieri abbandonarono Rodi, trasferendosi in Italia.


Dal 1530, grazie agli accordi conclusi con Carlo V, il capitolo dell'Ordine elesse la sua nuova sede nell'isola di Malta dove rimase fino all'età napoleonica.



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OSPEDALIERI


L'Ordine degli Ospedalieri di S. Giovanni di Gerusalemme ebbe origine, probabilmente intorno al 1070, nella stessa Gerusalemme, come ospizio per pellegrini latini dipendente dai Benedettini amalfitani di S. Maria dei Latini; situato presso il Santo Sepolcro, era tenuto da fratelli laici, forse Terziari benedettini.Dopo la conquista crociata di Gerusalemme nel 1099, l'ospizio passò dalla giurisdizione dei monaci all'associazione con il Santo Sepolcro; nel 1103 aveva già acquistato la vicina chiesa bizantina di S. Giovanni, risalente al 5° secolo.


Nel 1113, ottenuta un'effettiva indipendenza tramite un privilegio papale, gli Ospedalieri avevano già ottenuto proprietà nella Francia orientale e meridionale e nella Spagna settentrionale. Anche in seguito, l'Ordine continuò a svolgere attività di tipo medico, ma dagli anni trenta del sec. 12° venne trasformandosi in Ordine militare (v. Ordini Militari), controllato da una classe di milites.

I frati furono presto coinvolti nella difesa di un certo numero di castelli, alcuni dei quali di propria fondazione. Nella Siria latina, la ricchezza e il potere dell'Ordine crebbero in uno con l'acquisto di grandi possedimenti anche in Occidente.


Dopo la caduta di Gerusalemme nel 1187, la sede principale venne spostata ad Acri (v.) per stabilirsi, in seguito, dal 1291 al 1309, a Limassol (Cipro) e quindi, fino al 1522, nell'isola di Rodi.


I frati e le sorelle dell'Ordine erano religiosi che avevano fatto una piena professione dei voti di povertà, castità e obbedienza; in Occidente essi vivevano in una casa, domus o commenda, che, sebbene talora avesse l'aspetto di residenza fortificata, nella maggior parte dei casi era un centro agricolo, in cui edifici residenziali e una chiesa si disponevano accanto a stalle, mulini, granai, colombaie e altre costruzioni destinate alle attività agricole.A Gerusalemme (v.), dopo il 1099, gli Ospedalieri crearono un grande blocco di edifici immediatamente a S del Santo Sepolcro, meta principale dei pellegrini al cui servizio l'Ordine funzionava.


Il complesso fu probabilmente molto ampliato negli anni quaranta del 12° secolo.

Dei vari edifici si conservano soltanto la chiesa di epoca protobizantina, una serie di ambienti sotterranei con copertura a volte, molti pilastri quadrati e diverse pietre scolpite, il cui luogo di rinvenimento indica probabilmente il cantiere preposto alla preparazione di questi materiali.


L'enorme ospedale per i poveri e per gli ammalati poteva ospitare duemila letti, con sale destinate alle donne; la sistemazione si rifaceva probabilmente a tipologie orientali, in particolar modo bizantine, sconosciute al mondo occidentale.


Nella cripta della chiesa di S. Giovanni fu rinvenuto un singolare reliquiario, realizzato probabilmente a Gerusalemme per gli Ospedalieri, forse nel sesto decennio del sec. 12°, in forma di mitra con al centro un blocco di cristallo di rocca, contenente reliquie della Vera Croce, dei dodici apostoli e di altri santi, compreso s. Osvaldo d'Inghilterra (Folda, 1995).

A partire dal 1143 l'Ordine esercitò la propria giurisdizione anche sulla chiesa - a tre navate e tre absidi con un ambiente ipogeo voltato - e sull'ospizio di S. Maria degli Alemanni, costruiti forse nel terzo decennio del sec. 12° con finestre romaniche a tutto sesto e capitelli scolpiti.


Non vi era un cortile centrale, ma contiguo alla chiesa, a N, si trovava un edificio con un cortile, nel quale può essere forse riconosciuta la residenza dei frati, mentre a S della chiesa si trovava un corpo di fabbrica a due piani, entrambi a due navate e coperture a volta, forse un ospizio e un ospedale.

Gli Ospedalieri possedevano ospedali anche a Nablus, a Tiberiade, a Tripoli (Libano), ad Antiochia e a Costantinopoli, oltre a case agricole, talvolta munite di piccole torri, come la c.d. torre Rossa (al-Burj al-Aḥmar) nella pianura di Sharon, preposta alla protezione e all'amministrazione dei possedimenti siriani e all'immagazzinamento dei loro prodotti.


L'Ordine manteneva inoltre ospizi lungo le strade di pellegrinaggio, come testimonia il caso di Abū Ghōsh (v.), la supposta Emmaus biblica, che possedeva un cortile caravanserraglio e dove gli Ospedalieri costruirono una chiesa a tre navate, con tre absidi e una cripta contenente il santuario.


Appena all'esterno del Crac des Chevaliers (v.), il grande castello degli Ospedalieri nella contea di Tripoli, si trovava una chiesa, probabilmente battesimale, destinata alla popolazione cristiana locale, con affreschi raffiguranti S. Giorgio a cavallo e i Miracoli di s. Pantaleone; è probabile che gli artisti che li eseguirono fossero siriani ortodossi.


Molte delle prime fortezze siriane degli Ospedalieri erano semplici spazi recintati con corpi di fabbrica a due piani addossati al lato interno delle mura; si trattava spesso di fortificazioni già esistenti, occupate e, in seguito, ricostruite dall'Ordine.

Un esempio precoce è costituito dal recinto fortificato di Beth Gibelin, passato agli Ospedalieri nel 1136. Belmont, costruito prima del 1169, aveva una cortina esterna con una grande porta e un passaggio voltato che correva lungo la parte interna delle mura: in questo caso vi era un recinto interno, con sostruzioni a volte che sostenevano una cappella e gli alloggi.


Tra il 1142 e il 1170 gli Ospedalieri costruirono un recinto fortificato al Crac des Chevaliers e nel 1168 acquistarono Belvoir, che probabilmente ricostruirono.


Quest'ultimo impianto fortificato (oltre m2 1000) aveva struttura quasi simmetrica ed era difeso da una cinta esterna e da una interna, con massicce torri quadrangolari sia agli angoli, sia nei punti mediani del muro esterno, sia agli angoli di quello interno.


Il muro esterno, difeso anche da un fossato, aveva un ingresso monumentale, mentre quello della cinta interna era sovrastato dalla cappella.

Dopo la caduta di Gerusalemme nel 1187, i Latini si ritirarono entro fortezze in pietra sempre più massicce e costose. I grandi castelli degli Ospedalieri - a N di Gerusalemme, a Tripoli e ad Antiochia, dove l'Ordine aveva grandi possedimenti - furono situati, nel sec. 13°, in altura e di conseguenza caratterizzati da piante irregolari. Un esempio in questo senso è rappresentato dal castello di Margat, in basalto nero, acquistato dall'Ordine nel 1186 e in seguito trasformato.


Il castello presentava nel sec. 12° torri quadrate, mentre nel 13° venne dotato di due cerchie murarie - di cui quella esterna rafforzata da grandi torri circolari - e di un donjon circolare (diametro m 20).

Attorno alla corte interna si disponevano sale costruite sopra ampie sostruzioni a volte, utilizzate come magazzino e come rifugio.I castelli degli Ospedalieri non erano privi di decorazioni, specialmente per quanto riguarda le cappelle.


Da Belvoir provengono alcune sculture (Gerusalemme, Israel Mus.; Rockefeller Mus.) di un maestro di probabile origine occidentale.


Il castello di Margat aveva un'ampia sala voltata e una cappella absidata a due campate con affreschi. Particolarmente ricche la modulazione architettonica e la decorazione ad affresco e scultorea del Crac des Chevaliers.

Dopo il 1187 gli Ospedalieri spostarono la propria sede principale ad Acri, nuova capitale del Regno Latino di Gerusalemme, dove già possedevano una casa, un ospedale e altre proprietà e dove costruirono un grande complesso conventuale che si estese intorno a un'ampia corte.


Nel tardo sec. 13°, nel sobborgo fortificato di Montmusard venne fondata una nuova residenza, o auberge, per i frati militari dell'Ordine: la struttura era così grandiosa che nel 1286 vi alloggiò il re di Cipro e di Gerusalemme, Enrico II di Lusignano.Ad Acri, dove la produzione pittorica e scultorea fu particolarmente ricca dagli anni settanta del sec. 13° fino alla caduta della città in mano musulmana (1291), l'Ordine commissionò ad artisti parigini la decorazione di libri miniati in puro stile gotico.


Nonostante i numerosi elementi bizantini che possono essere riconosciuti in alcune pitture murali e fatta eccezione per alcuni legami artistici con la Puglia, fino al 1291 le opere d'arte commissionate dagli Ospedalieri in Oriente ebbero forme gotiche di origine francese, comuni nella Siria latina.



Dopo la caduta di Acri, la sede dell'Ordine fu trasferita a Cipro, dove la più antica traccia superstite della loro committenza è la torre di Kolossi, ricostruita peraltro intorno al 1452. Tra il 1306 e il 1309 gli Ospedalieri conquistarono Rodi (v.), che governarono in effettiva indipendenza.


Nell'isola, come nella vicina Coo e altrove, ove l'interesse principale degli Ospedalieri fu inizialmente l'opera di fortificazione, gran parte delle strutture edilizie risalenti al sec. 14° sono andate distrutte: in particolare il palazzo e la chiesa conventuale furono pressoché rasi al suolo da un'esplosione nel 1856.

Il Collachium, residenza degli Ospedalieri a Rodi, era situato su una collina che scendeva ripida verso il mare; al suo estremo angolo nordorientale, prima del 1346, fu ricostruita la fortezza bizantina, perché servisse da palazzo del Gran maestro.


Nei pressi venne costruita la chiesa conventuale di S. Giovanni, con varie cappelle laterali, una delle quali eretta per ospitare la sepoltura del Gran maestro Hélion de Villeneuve (1319-1346).


Nel sec. 14°, le tombe dei maestri dell'Ordine consistevano normalmente in un sarcofago con coperchio piano, entrambi fregiati da iscrizioni e stemmi araldici, incisi in un semplice stile provinciale.

Nel 1334 la sede del metropolita greco venne trasformata da chiesa bizantina a pianta cruciforme in cattedrale gotica a tre navate, dedicata alla Vergine.


Allo stesso modo, una piccola cappella greca sulla strada principale divenne cappella degli Ospedalieri, mentre presso il mare, accanto al cimitero dei frati, appena al di fuori della città, venne eretta una chiesa dedicata a S. Antonio.


Al più tardi nel 1346 fu costruita la parrocchiale di S. Maria per la popolazione latina del borgo, dove dal 1388 si trovava anche una chiesa agostiniana.


Nel 1391 l'ospedaliere napoletano Domenico de Alamania fondò presso il porto e sempre nel borgo un ospizio per i pellegrini dedicato a s. Caterina, probabilmente completato intorno al 1360, struttura a due piani nei pressi dell'arsenale, ricostruito alla metà del 15° secolo.

Gli edifici costruiti dagli Ospedalieri dovevano essere in buona parte affrescati, com'è testimoniato dalla cappella sulla sommità di una torre prospiciente il mare, i cui affreschi, peraltro eseguiti tra il 1382 e il 1395, sono noti solo da disegni ottocenteschi.



L'attività degli Ospedalieri si diffuse in tutto l'Occidente, dal Portogallo alla Polonia, senza che tuttavia essi sviluppassero stili o iconografie peculiari.


In qualche caso, in particolare nel Sud-Ovest della Francia e in Normandia, fondarono nuove città; altrove estesero il proprio dominio su villaggi preesistenti, che dotarono di cinte difensive.

Possedevano fortezze in Aragona, Castiglia e Portogallo e castelli o residenze fortificate in numerose province, lungo i confini della cristianità e oltre.

Quasi senza eccezione i loro edifici seguivano le mode costruttive locali, anche se eretti ex novo dagli Ospedalieri fin dall'epoca della loro costruzione.


Le più importanti residenze urbane dell'Ordine, che dopo il 1312 acquisì proprietà già appartenute ai Templari, erano imponenti, come nel caso di Clerkenwell a Londra, di S. Maria sub catena nella Malá Strana 'città vecchia' di Praga e di Saint-Jean de Latran a Parigi.


A Roma appartenne agli Ospedalieri la commenda di S. Basilio nel foro di Augusto, la cui forma fu determinata dalle sue fondazioni di epoca romana, ed essi acquisirono anche la casa dei Templari di S. Maria all'Aventino.


Città portuali come Arles, Genova, Pisa, Napoli, Messina e Venezia avevano grandi commende, talvolta dotate di un ospizio.

Lungo le vie di pellegrinaggio o percorse dai crociati - sia quelle che attraversavano la Francia, dirette a Santiago de Compostela, sia quelle che attraverso le Alpi e la via Emilia raggiungevano i porti dell'Adriatico - si trovavano, presso la strada più importante e spesso nel borgo che si sviluppava all'esterno della porta principale di una città, numerose commende, dotate per lo più di ospizi; molte di esse furono in seguito comprese all'interno di una nuova cinta urbana.


Una tipica commenda di piccole dimensioni era quella situata sulla via Francigena a Poggibonsi, in Toscana, dove gli edifici residenziali e le stalle erano disposti intorno a una corte fiancheggiata da una piccola chiesa romanica.

Eccetto che nei priorati tedeschi o boemi, la commenda raramente ospitava più di una decina di frati professi, progressivamente ridotti di numero dopo la metà del Trecento.


In varie regioni gli Ospedalieri avevano ampie chiese parrocchiali: in certe aree della Boemia e della Slesia si trattava di grandi edifici gotici, talvolta in mattoni, come a Breslavia.



In qualche caso le commende rurali possedevano giganteschi fienili con complesse coperture lignee, in alcuni esempi in Normandia o nell'inglese Cressing Temple, ereditate dai Templari, ma spesso ricostruite dagli Ospedalieri stessi.


In Inghilterra gli Ospedalieri costruirono almeno due chiese a pianta centrale, ispirate al Santo Sepolcro di Gerusalemme: la St John of Jerusalem di Clerkenwell, probabilmente databile tra il 1135 e il 1154, ma presto ricostruita a pianta rettangolare, e la chiesa di Little Maplestead nell'Essex, forse del 13° secolo. Alcune chiese a pianta centrale, quali quelle di Pisa (Santo Sepolcro, metà sec. 12°) e di Asti (S. Pietro in Consavia, fine sec. 11°-inizi 12°), entrarono in possesso degli Ospedalieri in epoca successiva alla loro costruzione, mentre altre divennero proprietà dell'Ordine come eredità dei Templari.


Vanno poi ricordati pochi esempi, anche questi non specifici degli Ospedalieri, di chiese a due piani - in cui la sala dell'ospedale era posta al di sopra della chiesa vera e propria -, talvolta strutturate in modo da permettere agli ammalati di vedere l'altare e di partecipare ai servizi liturgici senza lasciare l'infermeria.

Chiese di questo tipo si trovavano in Italia a Genova (S. Giovanni di Pré), in Assia a Nieder-Weisel (Johanniterkirche), nel Baden a Neckarelz (Templerhaus) e in Scozia a Torphichen.Nella maggioranza dei casi, l'ospizio - talvolta una casa di riposo per anziani, tenuta da una coppia di laici - si trovava sul lato della commenda o nei pressi di essa o della sua chiesa.


L'ospedale conventuale di Rodi sembra aver avuto un altare nella sala principale e a questo proposito va ricordato che le antiche regole dell'Ordine per i suoi ospedali riguardavano la cura spirituale più che quella medica di coloro che vi erano ricoverati.


A Venezia nel 1358 il priore Napoleone de Tibertis fondò l'ospizio di S. Caterina presso la commenda; la sua facciata, più tardi rappresentata in un dipinto di Vittore Carpaccio che ancora si conserva nell'edificio, mostrava un bassorilievo tardotrecentesco con la Madonna, i ss. Giovanni e Caterina e il donatore inginocchiato.Anche se occasionalmente si ritrovano rappresentazioni del santo patrono dell'Ordine, Giovanni Battista, o di S. Caterina, patrona degli Ospedalieri italiani, non si ebbe una vera e propria iconografia ospedaliera. All'interno della chiesa di S. Pietro a Terni, inglobata nell'edificio della commenda, è visibile una profusione di figure di santi dipinti in varie epoche sulle colonne, sulle pareti e nell'abside.


Le pareti dell'oratorio di S. Giovanni a Cascina, presso Pisa, vennero decorate nel 1398 da Martino di Bartolomeo con una grande Crocifissione e numerose scene dell'Antico e del Nuovo Testamento, con un'enfasi particolare per S. Giovanni Battista e un grande ritratto inginocchiato del committente, l'ospedaliere Bartolomeo di Palmieri di Cascina. In qualche caso il committente era un laico, com'è attestato dagli affreschi della chiesetta di S. Maria Nova a Soligo (prov. Treviso), eseguiti nel 1362 a spese di una famiglia del luogo, che fondò la cappella in cambio del diritto di nomina del cappellano.



Si conservano pochi dipinti su tavola direttamente riconducibili a una committenza degli Ospedalieri: un esempio importante è costituito da un retablo in tredici scomparti (Barcellona, Mus. d'Art de Catalunya), proveniente da Sigena, in Aragona, ed eseguito da un anonimo artista tra il 1362 e il 1369; nel pannello centrale è rappresentato il committente, Fortaner de Glera, con una croce bianca sulle spalle e una spada alla cintura, inginocchiato davanti alla Vergine; la cornice recava gli stemmi della famiglia della priora del convento delle Ospedaliere della stessa Sigena.


Nel tardo Trecento i ritratti personali di singoli esponenti dell'Ordine cominciarono a divenire frequenti, per es. nelle miniature dei manoscritti, come nel caso di Simon de Hesdin, raffigurato mentre con la sua croce ospedaliera presenta a Carlo V il Saggio, re di Francia, la traduzione dell'opera di Valerio Massimo, da lui eseguita nel 1375 (Parigi, BN, fr. 9749).


Un rilievo in pietra del 1330 (Monaco, Bayer. Nationalmus.), proveniente da Würzburg, rappresenta Berthold von Henneberg, priore di Boemia, in un ritratto a figura intera, con una lunga spada e uno scudo con lo stemma di famiglia. Bindo di Lapo Benini, fratello del priore ospedaliere di Pisa, Bartolomeo di Lapo Benini - che nel 1374 aveva restaurato o ampliato l'ospedale di S. Giovanni a Firenze, appartenente all'Ordine -, sembra aver commissionato, su incarico dello stesso Bartolomeo, la tavola d'altare di S. Giovanni (Londra, Nat. Gall.), probabilmente dipinta da Nardo di Cione intorno al 1365.


Lo stesso Bindo commissionò anche un dipinto a Giovanni del Biondo, realizzato nel 1364, che mostra S. Giovanni Battista in vesti da ospedaliere con la croce dell'Ordine (Firenze, Gall. dell'Accademia).

In origine i frati vennero normalmente seppelliti in modo anonimo, come per es. a Rodi, all'interno della chiesa di S. Antonio o accanto a essa, fuori delle mura, mentre solo il maestro dell'Ordine poteva avere la propria tomba nella chiesa conventuale.


Con il passare del tempo vi fu però un generale incremento così dei sigilli di famiglia, come degli stemmi nobiliari e delle sepolture dei singoli frati.

Nel sec. 13° i commendatori francesi e italiani cominciarono ad avere le loro lastre tombali con un'iscrizione incisa nel metallo o nella pietra; le pietre tombali del tardo sec. 13° nel santuario di Sovereto, in Puglia, presentano l'immagine a figura intera del defunto, con le mani giunte, oltre allo stemma di famiglia. Per il priore di Provenza venne realizzata nel 1311 nella chiesa di Saint-Jean-de-Malte ad Aix-en-Provence una grandiosa tomba con una effigie tridimensionale a figura intera, così come avvenne anche per il priore di Alvernia, Odon de Montaigu, sepolto nella chiesa di Olloix intorno al 1340.


Alla fine del Trecento i monumenti di questo tipo divennero più comuni: il priore di Francia, Gérard de Vienne (m. nel 1386), ebbe una tomba fatta a sue spese e nella sua cappella furono collocate tre sculture in pietra. Un esempio precoce per la Catalogna è costituito dalla tomba (Tarragona, Mus. Diocesano) del priore Guillem de Guimerà (m. nel 1396) a cassone, addossata al muro. Molto più grandiosa era la tomba del 1395 dell'antimaestro scismatico Riccardo Caracciolo (Roma, S. Maria del Priorato).



Anche numerosi personaggi che non facevano parte dell'Ordine trovarono sepoltura presso gli Ospedalieri: per es., la chiesa di Saint-Jean-de-Malte ad Aix-en-Provence costituì un mausoleo dinastico per i conti angioini di Provenza.


Tra i reliquiari pertinenti agli O. ne va ricordato uno in oro e pietre preziose per il dito di s. Maria Maddalena, realizzato forse in Siria nel tardo 12° secolo.

Un braccio d'argento, contenente le reliquie di s. Caterina, venne rivestito di gemme, smalti e placchette e ornato delle armi del Gran maestro Hélion de Villeneuve.


Un fermaglio per piviale appartenuto al Gran maestro Roger de Pins (1354-1365), eseguito probabilmente a Montpellier, recava, oltre allo stemma del proprietario, rubini, granati, perle e placchette in smalto con due figure nimbate.


Un cofanetto oggi a Mdina (Cathedral Mus.), forse in origine un altare portatile, decorato con lo stemma del Gran maestro Hélion de Villeneuve, venne in seguito utilizzato per le numerose statuette di santi in steatite con iscrizioni greche che l'ospedaliere Domenico de Alamania, legato all'imperatore bizantino, portò da Costantinopoli intorno al 1390; la loro presenza a Rodi è testimoniata alcuni anni dopo.


Una croce processionale d'argento nella cattedrale di Mdina, databile tra il 1396 e il 1415, e probabilmente realizzata a Venezia, recava le armi del Gran maestro Philibert de Naillac e del ricco cittadino di Rodi, Dragonetto Clavelli.


L'Ordine aveva un proprio calendario liturgico, basato su quello del Santo Sepolcro, ma i manoscritti liturgici a esso riconducibili raramente presentano un interesse artistico, sebbene alcuni importanti frati possedessero messali e libri d'ore di lusso.


Costituisce un fatto piuttosto insolito che l'ospedaliere Franco, commendatore di Colonia, abbia scritto nel tardo sec. 13° un trattato musicale, l'Ars cantus mensurabilis, che riveste un ruolo importante nello sviluppo della teoria e della notazione.

Juan Fernández de Heredia, divenuto Gran maestro nel 1377, fu committente di opere d'arte di vario genere e nel 1360 fu probabilmente incaricato della costruzione delle mura di Avignone. Egli raccolse un ampio numero di cronache e fu responsabile di compilazioni storiche, commissionando numerose traduzioni in aragonese, tra cui la prima di Plutarco in una lingua occidentale (Parigi, BN, esp. 70-72).


Tali manoscritti, vergati in un'ampia grafia nera, furono miniati ad Avignone con il ritratto barbato del maestro e altre scene.

Alla sua morte, avvenuta nel 1396, Juan Fernández de Heredia venne sepolto nella collegiata gotica di Santa María la Mayor, che egli aveva fondato a Caspe (Zaragoza), in Aragona, in una splendida tomba decorata da angeli, leoni e altre figure, e fregiata dall'effigie del defunto in forma di vero e proprio ritratto.


Fonte Enciclopedia Treccani

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LE CROCIATE


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MICHELE P.