venerdì 24 gennaio 2014

SYMBALLO - συμβάλλω di Michele Perrotta
















Il termine “Simbolo” deriva dall’unione del prefisso σύμ- (sym-), “insieme” con il verbo greco βάλλω (ballo) “getto”, letteralmente esprime l’equivalente di “unire”, “mettere insieme”, “armonizzare”, “ricongiungere”.

Il simbolo, per sua stessa natura, tende in qualche modo a riavvicinare, se non addirittura a ricondurre, le anime individuali a un qualcosa di superiore.


Questo termine si differenzia dalla parola “Diaballo”, ovvero il “diavolo”, che deriva dal latino tardo “Diabŏlus”, traduzione del termine greco Διάβολος, Diábolos: “colui che divide”, “il separatore”.

La via del simbolo, a differenza di quella diabolica, è dunque una strada che conduce alla trascendenza e all’unione (sizigia) della nostra anima, la “bella addormentata” dispersa nel regno materiale dove esiste lo spazio e il tempo, e il Signore, l’Eterno, il Creatore di tutto ciò che esiste.


I simboli presenti nei miti e nei testi sacri risultano essere a tutti gli effetti elementi principali di comunicazione tra il mondo celeste e quello terrestre; sono veicoli che, come possenti arche, possono realmente trasportare la nostra intelligenza e la nostra coscienza dal regno inferiore a quello superiore, dal mondo fisico al mondo delle idee.



[Immagine “La scala dello Spirito” in “Liber de ascensu et descensu intellectus” di Raimondo Lullo 1232-1316]


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MICHELE P.