giovedì 23 gennaio 2014
IL SUFISMO
Il Sufismo o Tasawwuf (arabo: تصوّف - taṣawwuf) è la forma di ricerca mistica (da "Mysticos", cioe' "pertinente l'iniziazione") tipica della cultura islamica.
Il sufismo viene a volte definito come l'unione antica del cristianesimo e del neoplatonismo, che diede vita ad una forma di ricerca interiore, il misticismo dell'Islam, rifiutata dalla maggior parte dei musulmani e seguita per lo più da una minoranza islamica e da alcuni sciiti.
Il sufismo é la scienza della conoscenza diretta di Dio; le sue dottrine e i suoi metodi sono derivati dal Corano, anche se il sufismo utilizza concetti derivati da fonti tanto greche come persiane antiche e indù.
Quindi, malgrado le idee prese in prestito da culture e religioni precedenti, si può affermare che l'essenza del sufismo sia prettamente islamica.
Il termine arabo "tasáwwuf" deriverebbe dalla lana (in arabo súf ) con cui erano intessuti gli umili panni dei primi mistici musulmani che per questo vennero chiamati "sufi", ma un'altra etimologia si rifà al vocabolo suffa, "portico" antistante la casa-moschea di Muhammad a Medina, sotto il quale si raccoglievano alcuni pii musulmani, ospitati volentieri dal Profeta per la loro povertà che s'accompagnava a un atteggiamento assai pio.
Altri riconducono il termine all'arabo safá' (purezza) o si richiamano alla collocazione dei sufi 'in prima fila' ( saff al-awwal ) al cospetto di Dio.
LA CAROVANA DELL'AMORE - LA SAGGEZZA SUFI
Storicamente, i sufi si sono raggruppati in organizzazioni chiamate tawaʾif (pl. di taʾifah) e anche, con un termine più conosciuto, turuq (pl. di tarīqa, "via").
Il termine tarīqa é ormai un vero e proprio termine tecnico che sta ad indicare la via esoterica dell'Islam.
Turuq sono pertanto le congregazioni di discepoli o confraternite islamiche che si riuniscono intorno ad un maestro per prendere parte agli esercizi spirituali (majālis) nei cenobi, denominati secondo la posizione geografica ribat, zāwiya, khānaqa, o tekke.
Alcune delle congregazioni più famose risalgono ai secoli XII e XIII, ma ne esistono anche di moderne.
Da una prima fase in cui l'esperienza sufi restò caratterizzata da un forte individualismo (Rābiʿa al-ʿAdawiyya, Maʿrūf al-Kharkhī, al-Hārith al-Muhāsibī, Dhū l-Nūn al-Misrī, Sahl al-Tustarī, al-Junayd ibn Muhammad), si passò verso il XII secolo alla creazione di turuq, con un numero più o meno ampio di discepoli (murīd, pl. murīdūn ) radunati attorno a un Maestro (shaykh in arabo, pir in persiano - che significano entrambi "anziano" - e dede in turco, lett. "nonno").
Di esse si ricordano in particolare la Qādiriyya, fondata nel dodicesimo secolo da ʿAbd al-Qādir al-Gīlānī; la Suhrawardiyya, fondata nel medesimo secolo da [Omar Suhrawardi e suo zio paterno Abu l-Najib Suhrawardi, da non confondere con Shihabbodin Yahya Suhrawardi, Shaykh al-Ishraq, la cui posterità è rappresentata dall'ordine degli Ishraqiyun (benché la loro comunità non abbia un'organizzazione esteriore )]; la Rifa'iyya, fondata da Ahmad al-Rifāʿī ancora nel dodicesimo secolo come la Kubrawiyya, fondata da Najm al-Din Kubra, la Shadhiliyya, fondata da Abū l-Hasan al-Shādhilī nel tredicesimo secolo, la Mawlawiyya, fondata nel tredicesimo secolo da Jalāl al-Dīn Rūmī di Konya, nota per i suoi dervisci roteanti; la Cishtiyya fondata da Muʿīn al-Dīn Cishtī e, forse la più vivace negli ultimi tempi, la Naqshbandiyya, fondata da Bahā al-Dīn Naqshbandī, entrambe queste ultime attive dal tredicesimo secolo.
Altri rami si sono innestati su quelli principali, è il caso della "Jarrahiyya" fondata da Nur al-Dīn al-Jarrāhī (1678-1721) - riforma dell'ordine "Khalwatiyya" (da cui la denominazione Jerrahi Halveti) fondata da ʿUmar al-Khalwatī o, secondo altri, da Muhammad ibn Nūr al-Bālisī o, ancora, da Yahyā al-Shirwānī al-Bākūbī.
La grande diffusione del sufismo non è tuttavia sempre vista di buon occhio dai musulmani ortodossi che ne sospettano talora una deriva antinomistica che porterebbe a trascurare il dispositivo formale della Legge religiosa in modo considerato arbitrario e peccaminoso.
Da qui l'ostilità di alcuni ambienti teologico-giuridici islamici ufficiali. Innanzi tutto di alcune propaggini del neo-hanbalismo che sottovalutano come Ahmad ibn Hanbal (m. 855), il fondatore della scuola giuridico-teologica che da lui prende il nome, fosse tutt'altro che ostile all'ambiente sufi, o che il hanbalita Ibn Taymiyya - vissuto in età mamelucca e considerato oggi come il massimo ispiratore dei movimenti "fondamentalistici" islamici - fosse anch'egli non sfavorevole a un'equilibrata pratica sufi, e che alcune sue dure prese di posizione contro il sufismo riguardavano essenzialmente chi maggiormente indulgeva a esagerazioni comportamentali (shatahāt) che scandalizzavano e scandalizzano ancor oggi il mondo sunnita ufficiale.
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Per maggiori Info. guarda anche qui:
Il Tasawwuf (Sufismo) e Gabriele Mandel:
http://lamisticadellanima.blogspot.it/2014/01/il-tasawwuf-sufismo-e-gabriele-mandel.html
Gesù nella tradizione Sufi:
http://lamisticadellanima.blogspot.it/2014/01/gesu-nella-tadizione-sufi-di-faouzi.html
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MICHELE P.