giovedì 23 gennaio 2014

GIALĀL ATL-DĪN RŪMĪ E IL MATHNAWI









GIALĀL atl-DĪN RŪMĪ

(Muḥammad ibn Muḥammad ibn Ḥusain al-Balkhī). - Celebre poeta mistico persiano, nato a Balkh nel Khorāsān nel 604 èg. (1207 d. C.), morto a Conia in Asia Minore nel 672 (1273).

A Conia passò la maggior parte della sua vita; ivi subì l'influsso del mistico vagante Shams ad-dīn Tabrīzī, dettò in persiano il suo maggior poema, il Mathnawī, e il suo divano lirico, scritto sotto il nome del suo ispiratore, e fondò la confraternita religiosa dei Mawlawiyyah (detti "dervisci giranti" dagli Europei), che in Conia, presso la tomba di G., ebbe sino al 1925 il suo centro.







Il Mathnawī (o più compiutamente Mathnawī-i ma‛nawī "il mathnawī spirituale" ché mathnawi in sé è il solo nome della forma metrica, di distici rimati a coppie) è un poema in 6 libri, di contenuto essenzialmente mistico, ma anche didattico e narrativo; lo slancio e l'ardore lirico del sentimento religioso, assurgente a un grandioso panteismo, ne ha fatto una delle opere del genio orientale più famose anche in Europa.

Anche il divano è giudicato fra le più squisite produzioni della lirica persiana. Edizioni orientali varie del Mathnawī (tra l'altre Costantinopoli 1872, 7 volumi); un'edizione scientifica con traduzione inglese ha iniziata R.A.

Nicholson (Londra 1925-30, 4 voll. per i libri I-IV). Traduzione del 1° libro, di G. Rosen, Lipsia 1849 (2ª ed. 1913) e di J. Redhouse, Londra 1881; del 2° libro, di E. H. Wilson, Londra 1910; traduzione ridotta di tutto il poema di E. H. Whinfield, Londra 1887; traduzione scelta del divano, del Nicholson, Londra 1898.




RŪMĪ


Rūmī ‹ruumìi›, Gialāl ad-Dīn. - Poeta mistico persiano (Balkh 1207 - Konya 1273), conosciuto anche come Mawlāna ("Nostro Signore").



trascorse la maggior parte della vita a Konya, in Asia Minore, e fondò la confraternita religiosa dei Mawlawìyya (i "dervisci giranti" degli Europei).

Il suo Dīwān, composto sotto l'influsso e nel nome del suo maestro, il mistico Shams-i Tabrīz, presenta contenuti e forme del tutto insoliti per la poesia classica persiana.

Celebre è anche Mathnawī-i ma῾nawī ("Il poema spirituale"), opera di oltre 26.000 versi, di contenuto essenzialmente mistico, ma anche didattico e narrativo: è un commentario, o meglio una trasposizione mistica della spiritualità del Corano, pur non avendone la forma tecnica (è infatti opera di finissima liricità). Si ricorda, inoltre, Fīhi mā fīhi ("Vi è ciò che vi è"), opera in prosa che raccoglie i detti dell'autore.



IL MATHNAWĪ

Denominazione araba di una forma metrica di poesia, in cui ogni verso è composto di due emistichî rimanti fra loro, passata poi anche a designare i poemi soprattutto epici, romanzeschi e didattici composti in quella forma metrica nella letteratura persiana e in quelle da essa derivate, come la turca ottomana e l'indostana.
(La forma metrica e il genere sono quasi del tutto ignoti alla letteratura araba).

Un mathnawī è già lo stesso Libro dei Re di Firdūsī, e inoltre i poemi di Niẓāmī, di Giāmī, e in genere tutti quelli della letteratura narrativa e sentenziosa (v. persia: Letteratura).

Il mathnawī per antonomasia è il poema mistico persiano (Mathnawī-i ma‛nawī "il m. spirituale") di Gialāl ad-Dīn Rūmī (v.)


Fonte Encilcopedia Treccani

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